Fortunatamente, spesso queste tumultuose, lussureggianti pagine furono scritte, grazie all’impareggiabile memoria visiva di Diderot in una calda stanza del castello del Grandval, dove l’umorale barone d’Holbach, filosofo materialista, ospitava gli amici intellettuali.
Anche se le cronache di Diderot erano riservate a un’élite, qualcosa doveva esserne trapelato, perché nel 1781 era uscito un rendiconto dell’esposizione ironicamente intitolato Pique-nique convenable à ceux qui fréquentent le Salon, préparé par un aveugle, un cieco, un evidente richiamo alla Lettera sui ciechi di Diderot.