Attraverso le lettere autografe conservate nell’archivio della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, come nelle immagini tratte dal suo unico film, capitate fortunosamente tra le mani della regista negli anni di ricerca appassionata sulla donna Duse, più che sull’artista, si riesce con grande ricchezza di emozioni (nelle testimonianze di nomi quali Ellen Burstyn, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni, Luchino Visconti, Helen Mirren, che regalano dettagli altamente significativi delle loro esperienze legate alla Duse a diversi livelli di distanza ma con pochi gradi di separazione) a trasmettere l’essenza di questo immenso personaggio, il cui desiderio di rivelare poco di se’ e della propria vita privata fuori dalle scene viene rispettato dalla regista, sfiorando il tutto con la dovuta discrezione, rotta qua e là solo da qualche battito di cuore nel corso della narrazione.