Nel 1527 Guicciardini fa esperienza del fallimento più amaro, quello dovuto al Sacco di Roma con la conseguente sconfitta della politica antimperiale del Papa, da Guicciardini fortemente sostenuta.
Il «Ritratto di Francesco Guicciardini» eseguito da Giuliano Bugiardini (1540 circa, Yale University Art Gallery);
L'aspetto più interessante per lo studioso è il presentarsi delle lettere come una sorta di palestra linguistica e concettuale, un laboratorio a cui Guicciardini attinge di continuo in funzione delle sue opere storiografiche, dei discorsi politici e anche dei Ricordi, raccolta di massime ad uso privato, la cui stesura occupò diversi decenni, benché non fosse destinata alla pubblicazione.