Tutto questo è destinato a sovraccaricare gli oneri messi in capo allo Stato ben oltre la mole degli impegni, peraltro tutti da sostanziare in termini di entità e coperture finanziarie, prefigurati nell’accordo sottoscritto dai commissari con Arcelor Mittal.
Gli aspetti che modificano il precedente accordo del settembre 2018 – l’anticipazione dei tempi di acquisizione da parte di Arcelor Mittal al 31 maggio 2022 rispetto al 23 agosto 2023, l’ingresso nel capitale da parte dello Stato, dei creditori bancari e di eventuali imprenditori privati, un complesso programma di investimenti rivolto a ridurre del 30% le emissioni derivanti dal carbone – sulla carta confermano l’obiettivo del piano di mantenere a regime, entro l’anno 2025, i livelli di produzione e di occupazione del programma originariamente sottoscritto.