L’itinerario dissolutivo esibito con Le assaggiatrici sul piano innanzitutto psicologico ricava infatti poca linfa dalla vana distanza oggettiva.
La correlazione effettiva tra habitat ed esseri umani passando dai personalissimi vincoli di suolo dispiegati nei tempi in cui viviamo, contrassegnati spesso dalla sprezzante egemonia della materia sullo spirito, al condizionamento ambientale ricongiungibile all’epoca del Terzo Reich comporta l’incombenza di tradurre sul grande schermo il libro Le assaggiatrici redatto da Rossella Postorino, sulla base dei fatti realmente accaduti alla segreteria tedesca Margot Wölk, scelta insieme ad altre quattordici giovani donne allo scopo di perlustrare il cibo cucinato per Adolf Hitler nella cosiddetta “Tana del lupo”, senza poter attingere alla conoscenza intima dell’argomento in questione.