attraverso una identità e un’opposizione si rivela il grande mistero del rifiuto.
È questo il vertice della libertà con cui Dio sceglie i suoi, il mistero ancora più grande del male, la vita stessa di Dio comunicata nella figliolanza.
Sarà forse per il tono solenne con cui è stato proclamato durante l’ultima messa festiva di dicembre, il Prologo del Vangelo di Giovanni non mi è parso solo un testo sacro da ascoltare con devozione, ma anche una delle pagine più belle della letteratura universale, una di quelle letture che non hanno bisogno di un attore che le reciti, ma solo di un ascolto partecipe.