Occorre, dunque, una scuola intesa come comunità e affezione al bene dei giovani e della società che promuova una cultura viva con le forze del territorio perché, come ricorda infine Draghi, la mancanza di una qualificazione professionale potrà sacrificare la libertà di scelta dei giovani e il loro futuro.
Sarebbe però necessario focalizzare l’attenzione e indirizzare realmente l’azione sugli studenti, “gli ultimi della catena” come sono stati riduttivamente definiti da un valido assessore all’Istruzione… Sembra un paradosso ma nei dibattiti attuali mancano proprio loro, i convitati di pietra, le giovani generazioni – bambini, ragazzi e giovani – senza dei quali la scuola non avrebbe ragion d’essere.