Abnorme per dimensioni e attitudine ‑ ottantacinque personaggi in un susseguirsi ininterrotto di più di settanta scene ‑, il testo di Antonio Tarantino è prima di tutto un’opera mondo:
Di “materiali” infatti si tratta, come se Tarantino volesse evidenziare fin dal titolo l’impossibilità di giungere a una verità condivisa, a una costruzione storica e drammaturgica che conferisca ordine e senso alla follia, quotidiana e miserabile, di quegli anni.