L’inchiesta, realizzata attraverso tabulati telefonici e geolocalizzazione degli smartphone ottenuti ricorrendo a un mercato nero che in Russia è ampio e accessibile, non provava in maniera irrefutabile che l’FSB avesse avvelenato Navalny, ma ci andava molto vicino, mostrando come un team di esperti di armi chimiche lo seguisse fin dal 2017, e fosse a poca distanza da lui quando fu avvelenato.